Associazione

Brescia

aderente alla

Federazione Italiana Volontari della Libertà

Menu

Il saluto di Roberto Tagliani a nome del Coordinamento Provinciale FF.VV. (Mortirolo, domenica 6 settembre 2015)

Care amiche e cari amici,

è con grande piacere che, a nome delle Fiamme Verdi provinciali, do a tutti il benvenuto in Mortirolo. Innanzitutto, un saluto cordiale e un ringraziamento di cuore alle autorità, ai labari e ai vessilli dei comuni e delle associazioni presenti che, anche quest’anno, rendono più solenne quest’occasione, con la loro presenza. Un grazie alle delegazioni dell’ANPI provinciale e di Valle, associazione con cui condividiamo l’impegno quotidiano a sostenere, divulgare e difendere i valori della Resistenza. Un grazie speciale a don Tino, il nostro cappellano, sempre presente a questo appuntamento, e a tutti voi che siete qui, magari dopo aver affrontato il risveglio alle prime luci dell’alba e un lungo viaggio.

Vi porto, insieme al mio, anche il saluto della nostra presidente, Agape Nulli, che per ragioni di salute non ha potuto essere presente stamattina, ma che con il suo pensiero, fiero e diritto, è qui con noi.

Qui, su queste montagne «nido di Fiamme Verdi», dove «arse la lotta e trionfò il perdono», come sta scritto nell’iscrizione sulla facciata dell’Albergo Alto, poco più su di dove siamo ora.

Qui, dove ogni anno – da settant’anni – saliamo a ricordare non solo le gloriose battaglie combattute dai nostri partigiani, ma soprattutto a celebrare la pietas nei confronti di quanti, qui e in moltissimi altri luoghi, sono morti perché noi avessimo la Libertà.

Qualcuno potrebbe chiedersi che senso abbia, settant’anni dopo, ostinarsi a tornare ogni anno su questi monti. Qualcuno potrebbe persino credere che sia solo la consuetudine, ormai deprivata di ogni significato, a spingerci, la prima domenica di settembre di ogni anno, a salire qui, davanti alla Chiesetta di San Giacomo. Invece no.

Noi siamo qui, oggi come ieri, per testimoniare, con la nostra presenza, che i Valori della Resistenza non sono morti insieme ai Caduti. Che quei Valori ci riguardano, ci appartengono, sono nostri perché li abbiamo ricevuti in dono, e vogliamo prendercene cura.

La maggior parte di noi non ha combattuto nella guerra di liberazione.

Molti – moltissimi, me compreso – non erano nemmeno nati.

Eppure tutti sentiamo il desiderio di essere qui, insieme, a fare un pezzo di strada insieme, portando avanti insieme quei Valori che sono il fondamento della nostra Italia libera e repubblicana.

Non perché ci sentiamo migliori degli altri.

Non perché siamo convinti di esser sempre nel giusto.

Ma perché sentiamo che quel dono prezioso – fatto di umanità, impegno, fraternità, condivisione, anche di paura e di sete di libertà e di giustizia, fatto di democrazia e di sogno d’un domani migliore –quel dono prezioso merita il nostro impegno.

Ecco perché non ci appassionano le polemiche o le presunte punzecchiature che, ogni tanto, saltano fuori qua e là, sulle pagine dei giornali o nelle nuove piazze telematiche che ci offre la rete internet.

Non ci sentiamo i sommi sacerdoti di una religione estinta: siamo piuttosto i fedeli di un credo autentico, sincero, vivo, che ci viene dalla memoria di chi ha lottato perché noi fossimo liberi.

Non ci interessa la visibilità personale, né quella mediatica: ci preme di più tenere accesa una lampada.

Siamo qui perché sappiamo che i Valori possono camminare solo sulle gambe degli uomini.

Uomini che, oggi come ieri, sanno di essere imperfetti, ma che si mettono in cammino con buona disposizione d’animo, consapevoli di percorrere una via giusta, sicura perché già percorsa da chi prima di noi ha avuto fame e sete di giustizia, di libertà, di pace.

Camminiamo, oggi come settant’anni fa, su questi sentieri, insieme ai nostri partigiani.

Nutriamo su queste montagne il nostro spirito, per affrontare un altro anno di impegno, e poi un altro, e un altro ancora: affinché il sacrificio di quei nostri Padri non possa dirsi né finito, né vano.

Buona festa, amiche e amici, e buon cammino.