Peppino Pelosi nacque a Brescia nel 1919. Partecipò alla seconda guerra mondiale combattendo in Croazia contro i partigiani slavi come sottotenente di Fanteria.
Durante l’Armistizio si trovava a Brescia, in licenza, e si gettò subito nel movimento resistenziale organizzando le forze partigiane in Valle Trompia. Già il 10 settembre, infatti, si trovava a combattere insieme ad altri nella zona del Monte Guglielmo. Tra le azioni più importanti ricordiamo il colpo di mano allo stabilimento “Beretta” di Gardone V.T.
In seguito si spostò insieme al gruppo a Monte Spiedo. Poco tempo dopo, invece, insieme a Ermanno Margheriti, si trovava al rifugio Maniva per formare nuovi gruppi partigiani.
Nel novembre del 1943 era tra coloro che costituirono le Fiamme Verdi durante la famosa riunione di Brescia. Ma il 14 dicembre venne arrestato a Ceratello di Costa Volpino, nel bergamasco. La polizia gli trovò addosso un lungo elenco di nomi di persone legate alla Resistenza. Molte di queste furono poi imprigionate.
Trasferito da Brescia al Forte di S. Mattia a Verona, fu processato dal tribunale di guerra tedesco e condannato a morte.
Venne fucilato il 29 febbraio 1944 a San Michele, vicino Verona.
Fu insignito della Medaglia d’Argento al V. M. alla memoria.