Tita Secchi nasce a Bologna il 16 giugno 1915, dove i genitori, originari di Gottolengo, risiedono per un paio di anni. Cresciuto a Brescia, uomo sportivo e grande appassionato di alpinismo, dopo l’8 settembre, organizza nella zona di Bagolino, sulle montagne bresciane, il gruppo partigiano S2, facente parte della Brigata Fiamme Verdi “Perlasca”.
Nell’agosto del 1944 si trasferisce al Paio Alto, sotto la Corna Blacca, dove viene catturato dai tedeschi il 26 agosto 1944, durante il rastrellamento operato dalle forze nazi-fasciste.
Trasferito nel carcere di Brescia, dopo aver subito un pesante interrogatorio, ha la possibilità di essere rilasciato dietro versamento di un’ingente somma da parte dei famigliari, ma si rifiuta ponendo la condizione che vengano rilasciati con lui anche i compagni catturati sulla cima della Corna Blacca. Il processo, condotto da un tribunale tedesco, si conclude con la condanna a morte: Tita è fucilato il 16 settembre con le altre cinque Fiamme Verdi arrestate con lui nella caserma Ottaviani del 30° reggimento Artiglieria. A lui è dedicato il Rifugio “Tita Secchi” nelle alpi bresciane e l’omonima capanna-bivacco di Cima Caldoline sul Monte Maniva.
È stato insignito della croce al valor militare alla memoria.