Andrea Trebeschi nacque a Brescia il 3 settembre 1897. Studente al collegio “Arici” e poi all’“Arnaldo”, divenne amico di Giovanni Battista Montini (futuro Paolo VI), col quale frequentava l’Oratorio della Pace e, soprattutto, le lezioni di vita di padre Bevilacqua.
Convintamente interventista, frequentò la scuola militare a San Giovanni in Persiceto (Bologna) e, dopo la guerra, divenne un esponente di punta del movimento cattolico bresciano, impegnandosi attivamente nelle fila del Partito Popolare, come pubblicista, consigliere comunale a Cellatica e come presidente della Gioventù cattolica. Divenuto avvocato nel 1923, fu il punto di riferimento dei cattolici antifascisti; dopo il 25 luglio 1943 gli venne affidato il compito di curare l’organizzazione della nascente Democrazia Cristiana bresciana.
Dopo l’armistizio collaborò attivamente alla costituzione dei gruppi di resistenti cattolici nel bresciano; arrestato la prima volta il 14 dicembre 1943, fu rilasciato e nuovamente arrestato e tradotto a Canton Mombello il 6 gennaio 1944, dopo l’arresto di Lunardi e Margheriti. Il 15 gennaio fu trasferito al forte San Mattia di Verona e il 29 febbraio fu deportato dapprima a Dachau, poi a Mauthausen e a Gusen, dove morì il 24 gennaio 1945.