Associazione

Brescia

aderente alla

Federazione Italiana Volontari della Libertà

Menu

Voci dal 25 Aprile: San Polo (BS)

Buon giorno e buon 25 aprile a tutti.
SonoVolantino-25-aprile-2016 qui con voi oggi a rappresentare le Fiamme Verdi e l’ANPI, nel giorno che con emozione ed orgoglio consideriamo “nostro” più di tutti gli altri.
Nostro perché oggi ricordiamo la Resistenza, periodo che ha segnato la rinascita del nostro paese dopo le violenze della dittatura fascista e la ferocia dell’occupazione nazista. Da qui è nata la nostra democrazia: dai sacrifici, dal sudore, dalle lacrime di chi ha saputo spingere lo sguardo oltre il proprio orticello, di chi ha saputo assumersi la responsabilità di difendere i diritti di chi diritti non aveva.

Ecco allora perché oggi, dopo così tanti anni, ha ancora un senso ritrovarci a ricordare. Ecco perché ha un senso che a parlare di Resistenza sia qualcuno che, come me, la Resistenza non l’ha fatta ma l’ha letta sui libri e, soprattutto, l’ha respirata nei racconti dei partigiani di allora. Ecco perché ha un senso essere qui: c’è ancora bisogno di fare Resistenza, c’è ancora bisogno di essere partigiani per molti motivi, ma sono due in particolare  quelli sui quali voglio soffermarmi: la paura dell’altro e l’Europa.

C’è ancora bisogno di essere partigiani perché la paura dell’altro non è ancora superata. Quel 25 aprile ci siamo liberati da un regime politico totalitario e dai falsi valori che questo portava con sé e abbiamo abbattuto l’illusione che la nostra fosse una nazione chiusa, da purificare e difendere dai deboli, dalle  minoranze, dall’altro da noi. Allora era l’ebreo che aveva tutte le colpe,  e oggi? Oggi siamo qui a dire che c’è ancora bisogno di combattere ogni forma di razzismo, ogni forma di intolleranza, perché la libertà non è conquistata una volta per tutte ma va continuamente difesa, presidiata, rivendicata. 71 anni dopo dobbiamo avere il coraggio di guardare quei poveri cristi che bussano ai nostri porti e di domandarci, senza false retoriche, noi, al posto loro, cosa faremmo? Dobbiamo non solo osare tornare a parlare di uguaglianza, di diritti, di doveri, di Democrazia, ma soprattutto rimettere in pratica quei valori di solidarietà per i quali i nostri nonni hanno combattuto e perso la vita.

I nostri partigiani credevano nell’Europa, come ben si legge nell’articolo “Il disarmo degli spiriti” apparso sul Ribelle del 25 luglio del 1944, in cui si auspica per l’Italia un ruolo di maestra di umanità fra i popoli all’interno della comunità degli stati europei.

Ma oggi quella tanto desiderata Europa s’ha ancora da fare: questo nostro continente è ancora troppo impaurito, troppo tentato dall’opportunità di nascondersi dietro un muro invece di provare a realizzare il sogno Spinelli, di provare a essere un’Europa viva e democratica.

Siamo noi che dobbiamo avere il coraggio di volerla libera, solidale e vera questa nostra Europa, perché è qui che ci giochiamo il nostro futuro.

Come i nostri nonni hanno combattuto per un’Italia democratica e solidale, così noi dobbiamo lottare per un’Europa unita, modello di integrazione e di Democrazia.

E’ necessario ripartire da qui, è necessario tornare ad essere cittadini attivi, partecipi della vita politica del nostro paese: i diritti ci appartengono, sono nostri, non di qualcun altro, e farli rispettare è compito troppo importante per poter essere delegato ad altri.

E allora che questo 25 aprile sia l’occasione per tornare a parlare di futuro, di diritto al lavoro, di speranza, di opportunità.

Sia l’occasione, per dirla con il giornalista Diego Marani, per tornare a scegliere le scarpe in cui vogliamo camminare.: “Sulla Resistenza ormai sono state dette e scritte così tante parole e si sono viste così tante immagini che il rischio più preoccupante è l’oblio pianificato. E in Italia sono in troppi quelli che preferiscono dimenticare (non solo la Resistenza e i partigiani). O uno, per volontà e motivazioni personali, sa orientarsi nel labirinto di memorie, di interpretazioni storiografiche e di polemiche politiche, oppure forse è più utile prendere uno zaino e infilarsi un paio di scarponi. Per ricordare bisogna camminare.”

Buon 25 aprile a tutti!

Matteo Grandelli