Domenica 9 ottobre si è svolta la commemorazione dei caduti della Brigata “Giacomo Perlasca” delle Fiamme Verdi: una manifestazione all’insegna della presenza e del protagonismo dei giovani.
Dopo l’omaggio ai caduti di tutte le guerre in piazza a Livemmo, la santa Messa celebrata da don Aldo Sorelli e i saluti istituzionali del Sindaco di Pertica Alta e Presidente della Comunità Montana di Valle Sabbia, Giovanmaria Flocchini, davanti ai numerosi sindaci della Valle, al neo-deputato Gianantonio Girelli, alle numerose delegazioni di Fiamme Verdi, ANPI, ANEI, Associazioni combattentistiche e d’Arma e delle cittadine e cittadini intervenuti, ha svolto la sua accorata riflessione Caterina, studentessa dell’Istituto I.I.S. “G. Perlasca” di Idro, accompagnata da alcuni compagni delle sedi di Idro e Vobarno: centro del suo discorso, l’importanza della libertà e dell’impegno e il ruolo di esempio delle donne della resistenza, anche alla luce dei recenti fatti tragici avvenuti in Iran.
Dopo di lei hanno preso la parole le Guide Scout della ROSS (Route di Orientamento alla Scelta e al Servizio) che da molti anni riflettono e lavorano sulla testimonianza delle Fiamme Verdi e de “il ribelle” come stimolo al discernimento dell’oggi attraverso la conoscenza delle vicende partigiane vissute “sui monti ventosi”.
Ne è scaturito un intervento commuovente, che pubblichiamo qui di seguito, nel quale sette diverse voci hanno intrecciato un salmo scritto dai giovani scout (18-20 anni) con la Preghiera del Ribelle e le riflessioni scaturite dal confronto e dal discernimento dello Staff delle Guide della ROSS:
Voce 1 – Salmo
O Signore, che ci accompagni per la Strada
che ci hai mostrato la via e sorretto nella fatica,
Aiutaci a non perderci d’animo nelle difficoltà.
Quando la strada ci sembrava perduta,
ci hai permesso di incontrare un fratello pronto ad aiutarci e una comunità pronta ad accoglierci.
Rendici testimoni delle vite incontrate e delle emozioni vissute.
Voce 2 – Preghiera del Ribelle
Signore,
che fra gli uomini drizzasti la Tua Croce, segno di contraddizione,
che predicasti e soffristi la rivolta dello spirito
contro le perfidie e gli interessi dei dominanti
la sordità inerte della massa
(a noi oppressi da un giogo oneroso e crudele
che in noi e prima di noi ha calpestato Te, fonte di libere vite
dà la forza della ribellione).
Filippo
Anche quest’anno ci ritroviamo insieme davanti a questo monumento per fare memoria dei caduti della Brigata Perlasca. Di nuovo? Ancora? Perché? La risposta ce la danno queste nude pietre, questi uomini.
Le pietre ci dimostrano a cosa ha condotto e a cosa conduce il fascismo, vecchio e nuovo, un’ideologia e un modo di vivere basati sulla violenza, la prepotenza, la sopraffazione, il dominio, l’individualismo, il quieto vivere e l’egoismo che dice prima noi, prima io! Esso, il fascismo, conduce alla morte. Di nuovo? Ancora?
Questi uomini, le loro vite, invece ci testimoniano una risposta alternativa la cui scelta sta a noi: prima gli altri, prima l’Altro.
Ce la indica Tita Secchi, che una volta catturato, ha la possibilità di essere liberato dietro versamento di un’ingente somma da parte dei famigliari, ma si rifiuta ponendo la condizione che vengano rilasciati con lui anche i suoi compagni catturati sulla Corna Blacca.
Ce la indica Emi Rinaldini, con la sua cura paterna nei confronti della gente di queste località e con le sue labbra serrate nella tortura, per non rivelare nulla che potesse danneggiare i compagni.
Ce la indica Ippolito Boschi (Ferro) che, ferito a morte in una sparatoria, invece che maledire, conclude la propria vita rammaricandosi di aver colpito due militi fascisti: “Non volevo uccidere nessuno!”
Ce la indica Elsa Pelizzari, la nostra Gloria, che ha messo tutta la sua lunga vita al servizio degli altri.
Le loro vite e le loro morti ci spingano a fare discernimento sulla nostra vita e ci aiutino, come recita una vecchia preghiera scout, a lottare per il bene difficile contro il male facile. Di nuovo? Ancora? Sempre.
Voce 1 – Salmo
Lode a te Signore,
grazie perché ci permetti di combattere contro noi stessi ogni giorno,
dandoci così la possibilità di migliorarci.
Voce 2 – Preghiera del Ribelle
Quanto più s’addensa e incupisce l’avversario,
facci limpidi e diritti.
Facci
Mentre cresce l’odio nei conflitti in Europa e nel Mondo, l’unico richiamo che può spezzare il giogo della guerra, è quello contro noi stessi: “Facci limpidi e diritti”. È il monito del beato Teresio Olivelli, ucciso a 29 anni nel campo di sterminio di Hersbruck, colpevole di aver salvato un giovane ucraino dall’aggressione di un nazista. “Facci limpidi e diritti”, è l’appello che ci conduce a sperimentare e vivere i valori in cui credevano i ribelli per amore che oggi ricordiamo. Limpidi e diritti come Emiliano Rinaldini che ci ricorda “che il nemico non va odiato […] che il fascista o nazista, anche se verrà giudicato secondo giustizia, avrà pur diritto da parte dei cristiani alla sua parte di misericordia.” Perché “Certa gente, se avesse conosciuto il bene nella sua profonda bellezza, se ne avesse gustato il sapore, […] non ditemi che avrebbe fatto ancora il male.” Facci limpidi e diritti allora, nel distinguere aggredito da aggressore. Facci limpidi e diritti, nel ripudio alla violenza. Facci limpidi e diritti, nel difendere la superiorità della logica della pace su quella della guerra. Facci limpidi e diritti, perché “se l’odio distrugge, l’amore edifica”.
Voce 1 – Salmo
Signore,
sui monti che tu ci hai donato, i tuoi figli hanno costruito sentieri e rifugi
e grazie alla fatica siamo riusciti ad ammirare l’immensità del tuo creato.
Nel cammino e nella fatica, nella cena e nella fame, nella notte e nel riposo […]
Benedicici, o Signore, affinché anche possiamo ritornare alla nostra terra per testimoniare la tua grandezza.
Voce 2 – Preghiera del Ribelle
Tu che dicesti:
“Io sono la risurrezione e la vita”
rendi nel dolore all’Italia una vita generosa e severa.
Albi
La fatica, la vita severa, l’impegno profuso per tornare migliori alla nostra terra e lì operare il bene, sono temi che tornano per chi li ha sperimentati.
Per un buon cittadino, un amministratore locale, per ogni persona capace di tessere relazioni di Amore, vale la regola che “La vita realizza le sue promesse di felicità, al prezzo di molto impegno e fatica”.
I Ribelli ci testimoniamo ancora oggi che la Persona capace di Amore ha in sé un dono che vale solo se viene speso, fondando – molti di loro – sull’esempio ancora più grande di Chi ha saputo essere vita spezzata prima e resurrezione poi.
È bello l’accostamento “generosa e severa”, due parole insolitamente ma sapientemente abbinate. L’una a guardia e tutela dell’altra.
Una Italia che sia severa ma sappia essere generosa per aiutare e riconoscere chi più ha bisogno e di più deve ricevere, da chi ha meno bisogno; un’Italia sensibile al tema dei diritti.
Una Italia che sia generosa ma sappia essere severa per contrastare l’individualismo, la furbizia e la disonestà, e fondi sull’impegno e il rispetto dei doveri di ognuno.
Voce 1 – Salmo
La strada risuona di te, Signore,
nello scricchiolio sotto i passi,
nella pioggia che percorre la schiena, un fremito,
nella luce che rassicura,
nel vento che incoraggia,
nei sorrisi, negli sguardi.
La strada è fatica,
ma la fatica risuona di Te, Signore.
Voce 2 – Preghiera del Ribelle
Sui monti ventosi e nelle catacombe della città,
Dal fondo delle prigioni,
Noi Ti preghiamo:
sia in noi la pace che Tu solo sai dare.
Gio
Un passo alla volta.
Abbiamo intrapreso questo percorso come stranieri in luoghi sconosciuti.
-Il mio accento non aiuta a celare questo segreto, vengo da sotto il Po-
Accolti in un mondo nuovo e profondamente ricco di testimonianze e storia.
Condotti per mano è stato facile intraprendere questa strada per noi capi e per i ragazzi giunti da tutt’Italia.
Un passo alla volta ci siamo inerpicati su sentieri per noi nuovi che abbiamo imparato a sentire nostri grazie alle tante testimonianze.
Abbiamo spinto i nostri passi pieni di emozioni, di dolore e fatica non sentendoci mai soli.
-Nella luce che rassicura, nel vento che incoraggia-
Un passo alla volta ci siamo calati in questa storia.
Abbiamo imparato a conoscere i luoghi che ritornavano continuamente nei dialoghi e nei testi.
Abbiamo imparato a conoscere le persone che hanno lasciato un segno indelebile in questi luoghi e nella storia.
Abbiamo conosciuto e pianto insieme a Rosy Romelli.
Un passo alla volta abbiamo ripercorso quella strada e ne siamo divenuti parte.
Un passo alla volta sulla strada partendo da Piazza della Loggia e conducendoci attraverso irti sentieri e ventosi crinali su questi monti.
Una strada che ci ha permesso di vivere quella storia, la fatica, la sofferenza, e far sì che tutto fosse presente, attuale e soprattutto VIVO!
La memoria non è più una cosa lontana, ma è dentro di noi, nei nostri passi.
La fatica nelle nostre gambe. Le testimonianze permeate nel nostro cuore. I sorrisi e la compagnia a riscaldarci. La presenza di Nostro Signore ad accompagnarci e benedirci.
Un passo alla volta.
“La strada è fatica, ma la fatica, risuona di Te, Signore”
“Sia in noi la pace che Tu solo sai dare”
Voce 1 – Salmo
Signore,
Perdonami e indirizzami per la tua via,
Custodiscimi nelle mie angosce.
Tu, che al bivio mi riempi il cuore e infondi coraggio,
che fai sentire lungo la strada la forza nel sopportare,
che animi le parole della comunità che viaggia,
Custodiscimi nell’eterno cammino della vita,
Custodiscimi.
Voce 2 – Preghiera del Ribelle
Signore della pace e degli eserciti,
Signore che porti la spada e la gioia,
ascolta la preghiera di noi Ribelli per Amore.
Chiara
Siamo qui oggi in nome e per conto di chi ci ha preceduto e di chi verrà.
Sentiamo tutta la responsabilità.
Mettiamo fede e cuore.
Con le scelte che facciamo viene tessuto un filo che lega le esperienze di ciascuno a un senso e a segni che restano per tutti.
È fin troppo facile restare confusi oppure delusi davanti agli eventi o ai rapporti umani e non sentire più questo legame o romperlo noi stessi sottraendoci alla possibilità che invece abbiamo di costruire.
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Al termine della cerimonia, le figlie dei partigiani Santa Dusi e Toni Doregatti, insieme al presidente FFVV Peli, al presidente dell’ANPI Provinciale Pedroni e al Presidente Flocchini hanno posato la Corona di fronte ai Cippi marmorei del Sacrario, accompagnati dal canto corale “Bella ciao”, magistramente accompagnato dalla Banda “San Gottardo” di Barghe.
Di seguito alcune immagini della manifestazione: