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Ha ancora senso parlare di resistenza partigiana ai ragazzi del 2024?

Sabato 13 e Domenica 14 Aprile 2024, i gruppi scout della zona Cremona/Lodi, si sono ritrovati per vivere due giornate nella natura, presso la base scout di Piazzole. Eravamo circa in 120 tra capi e ragazzi. 

L’età dei nostri ragazzi andava dai 16 ai 21 anni. Un’età complessa, ricca di contraddizioni, buoni propositi e tanta confusione. 

La tematica che abbiamo scelto, interrogandoci come capi sul senso di fare una proposta così ad ampio raggio, è stata la libertà di scelta.

Libertà di scelta non come potere assoluto, ma come risposta ad una chiamata. Nella fede, nel servizio, nel creare una comunità là dove la nostra quotidianità ci chiama a spenderci. 

Come obiettivi  educativi, ci eravamo dati delle mete concrete. Fare in modo che i nostri ragazzi potessero portare a casa degli strumenti che li rendessero più solidi e resistenti alle tentazioni di “non libertà” che vivono ogni giorno. Nelle relazioni, con i social, nelle dipendenze (anche da smartphone), nel giudizio (dato e ricevuto). Strumenti che in qualche modo li aiutassero a non sentirsi soli di fronte alle difficoltà, e alle loro gabbie.

Per questo motivo, abbiamo chiesto a Pietro Ghetti, appassionato di storia partigiana e narratore delle imprese compiute dalle Fiamme Verdi ai tempi della resistenza, di darci il suo punto di vista, attraverso i racconti della resistenza partigiana cattolica.

Ci siamo incontrati nel pomeriggio di Sabato 13 Aprile, insieme a lui c’erano altri testimoni di storie di liberazione, che si sono resi disponibili ad incontrare i nostri ragazzi, divisi in gruppetti da 20 persone, circa. 

La domanda che ha fatto da guida, per la testimonianza di Pietro è stata questa: 

“ Osservando la realtá di oggi, ha ancora senso parlare di resistenza ai giovani? Ci sono punti in comune tra la resistenza partigiana e la nostra?”

Pietro ci ha offerto il suo punto di vista di come, oggi più che mai, sia necessario parlare di resistenza. Resistenza alle scelte facili che ci mette davanti la vita, resistenza alle tentazioni che ogni giorno dobbiamo affrontare, resistenza all’omologazione di pensiero con le altre persone, resistenza ad una realtà che troppe volte opprime i più deboli a favore dei più forti. 

Lo spunto più importante che ci ha dato Pietro, e che i ragazzi si porteranno dietro per sempre, è che la scelta della resistenza partigiana, la resistenza delle aquile randagie, è certamente qualcosa di attualissimo e che noi come scout, nel rispettare la nostra promessa, siamo obbligati a portare avanti nelle nostre scelte quotidiane.

Riportiamo alcune parole di un giovane scout che ha partecipato all’incontro con Pietro:  

“Parlare di partigiani non è mai facile, ma parlare di ribelli ai giovani è fondamentale. 

L’incontro che Pietro ci ha proposto, con l’aiuto di testi e documenti dell’epoca, mi ha permesso, e spero anche agli altri ragazzi, di immedesimarmi un po’ nelle sensazioni e nelle emozioni che provavano al tempo. 

La speranza è che, storie come quella delle fiamme verdi, non vengano mai dimenticate, ma per fortuna ci sono persone come Pietro.” 

      Martino – Gruppo scout Soncino 1

Concludiamo rispondendo alla domanda che ci ha guidati in questa testimonianza e che riportiamo nel titolo. Una risposta che deve essere scolpita nei nostri cuori  e nei nostri pensieri.. 

Parlare di resistenza ai nostri ragazzi e giovani ha ancora senso, perchè, come in tutte le epoche, anche la nostra ha i suoi oppressori, più o meno evidenti.

Il nostro compito, come educatori, è quello di riconoscerli e di imparare ad utilizzare dei solidi strumenti per smascherarli e per non farci ingabbiare. Una volta che abbiamo preso dimestichezza noi con questi strumenti, non possiamo fare altro che condividerli con i nostri ragazzi. 

Uno degli  strumenti che abbiamo condiviso con i nostri rover e scolte in quei due giorni è stata la parola GRAZIE. 

Abbiamo provato ad entrare in profondità in una parola, un po’ bistrattata e a volte sottovalutata: 

Gioisci

Renditi conto

Accorgiti

Zittisci

Impara

E quindi?

I capi clan della zona

                                       Lodi -Cremona