Per ricordare l’80° anniversario del bombardamento della Polveriera di Sonico l’Associazione Fiamme Verdi con il comune di Sonico e con l’adesione dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani, dell’Ecomuseo della Resistenza in Mortirolo, dell’Associazione Nazionale Ex Internati, del Museo della Resistenza Valsaviore, hanno organizzato un incontro a Sonico per Sabato 29 Marzo 2025.Il ritrovo è fissato per le ore 10:30 presso il Municipio di Sonico da dove, è partito il corteo con la Banda musicale San Lorenzo in testa seguita dai Ragazzi e dalle Ragazze della Scuola Pimaria “Giacomo Mottinelli”, le loro Insegnanti, dai Sindaci in Rappresentanza dei Comuni di Sonico, Edolo, Corteno Golgi e Malonno, il Gonfalone del Comune, i Labari delle Fiamme Verdi, dell’ANPI, dell’ANEI, i gagliardetti e le bandiere dei Paracadutisti, dei Fanti, della Sezione Sottufficiali di Valle, dell’AVIS e altre Associazioni. La destinazione, il Corpo di Guardia della Polveriera restaurato e recuperato una decina di anni fa dalle Fiamme verdi e dal Comune di Sonico.
Cenni Storici – La polveriera, il grande deposito di Armi e munizioni realizzato agli inizi del secolo scorso per alimentare il fronte Italiano contrapposto a quello Austro/Ungarico nella prima guerra mondiale, che passava proprio sulla cresta delle montagne dell’Adamello/Tonale. Un arsenale, un poco trascurato ma continuamente presidiato anche dopo la fine della prima guerra mondiale. Nuovamente tornato in auge, durante il fascismo e con l’approssimarsi della seconda guerra Mondiale. Dopo l’8 settembre 1943 caduto sotto tutela dei nazifascisti. Le forze Alleate decisero di bombardarlo nella primavera del 1945 per evitare che le colonne tedesche in ritirata si rifornissero delle armi e delle munizioni lì costudite.
Il Comandante delle Fiamme Verdi del Mortirolo, Lionello Levi Sandri, avvertito dalle Forze Alleate dell’imminente bombardamento ha incaricato il Partigiano Nando Sala, il 28 marzo 1945, di scendere a Sonico per informare la popolazione tramite i Parroci di Sonico e Rino, dell’imminenza del bombardamento. Il preavviso c’è stato ma non ha scongiurato la morte di sette Civili.
La ricostruzione del bombardamento, dal libro di Giacomo Fanetti “Quando tornerà il sereno” a pag. 174, una ricostruzione dei fatti, secondo alcune testimonianze: “Era l’una dopo mezzogiorno del giovedì Santo 1945, quando il rumore troppo noto dei motori dei tanto temuti uccellacci del malaugurio ci mise in allarme molto prima dello stridore postumo delle sirene. Eccoli! Sono dei piccoli bombardieri e caccia li contiamo non sono più di otto o nove. Si librano sopra il Pian della Regina, si dirigono molto in alto parallelamente alle creste del Bombiano, sembra vogliano sorpassare la cima del Re e di lì il Tonale ma mentre stavamo mandando un sospiro di sollievo, li vediamo a un tratto cambiare di rotta virare da destra a sinistra e piombare, con la rapidità di frecce, in basso, molto il basso in direzione della polveriera. Una scarica premonitrice di mitraglia, e lo scoppio formidabile delle bombe che avevano centrato in pieno il vecchio deposito. Lo scoppio venne seguito da altre detonazioni ancora più terribili e paurose delle munizioni incendiate, che simili al boato di Mille tuoni facevano traballare il suolo. Venimmo stramazzati tutti a terra, quanti eravamo in quei campi e così rimanemmo, bocconi e mezzo tramortiti”.





