Antonio Schivardi nacque a Ronco di Corteno Golgi (Brescia) il 2 ottobre 1910. Nel 1935 partecipò alla guerra in Africa e nel 1940 venne trasferito in Albania; ritornò in Italia dopo la morte del fratello e fu assegnato all’ospedale militare di Brescia. Dopo l’Armistizio di Cassibile partecipò alla Resistenza e si aggregò alla divisione Fiamme Verdi “Tito Speri”. Organizzatore del primo gruppo partigiano in Alta Valcamonica, partecipò con ardore a tutte le azioni militari della prima stagione della Resistenza. Incaricato di effettuare un colpo di mano contro automezzi nemici, compì da solo la missione, catturando tre ufficiali nazisti. Sopraggiunti improvvisamente alcuni automezzi di tedeschi, rifiutando di arrendersi aprì il fuoco contro il nemico fino all’esaurimento delle munizioni, consentendo ai compagni di trovare rifugio lontano dalla linea del fuoco.
Accerchiato, ad una nuova intimazione di resa si lanciò contro il nemico usando l’arma come clava e viene stroncato da una raffica di mitraglia: morì consacrando con il suo sacrificio la gloria delle Fiamme Verdi. In spregio al suo eroismo, i suoi nemici gettarono il suo corpo esanime nel rogo di una casa in fiamme nei pressi del luogo dello scontro, a Santicolo, il 14 agosto 1944, ma le spoglie sono state coraggiosamente sottratte alle fiamme divoratrici da alcuni amici e parenti.
È stato insignito della medaglia d’oro al valor militare alla memoria.